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h 3:00

Travel time

10,00 Km

Path Length

360 mt

Difference in altitude

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Questo percorso è una bellissima variante di un anello già percorso in parte al quale è stata annessa una chicca storica davvero imperdibile.
Noi ce la saremmo persa se non ci fosse stato lo zampino di Antonio Rapa, che ormai è diventato un amico di Due Zaini e Un Camallo. Nel pianificare il numero sulla carta presso il suo Ristorante Pacan, ci dice: "inutile che perdiamo tempo a parole, domani vi porto io"! E così ha fatto eh!
La partenza avviene di buon mattino e, passando dall'imbocco per Via del Poggio a fianco della chiesa, aggirando il Parco dell'Orso per giungere alla località "Mulini", questa volta non proseguiamo diretti e spediti verso Colla Micheri, ma prendiamo un sentiero sulla nostra destra che si snoda nella parte più interna ed esposta a nord del Monte Marchiano (170mt).
Quello che andremo noi ora a percorrere fa parzialmente parte del circuito del Sentiero Medievale che ricalca in buona parte l'antica viabilità medioevale di collegamento tra la valle di Andora e quelle limitrofe, andando ad esplorare alcuni luoghi di forte interesse storico.
L'itinerario sviluppa, come penso avrete già compreso se vi siete cimentati almeno una sola volta a camminare in queste zone, il suo dislivello massimo nella prima mezz'ora di percorrenza, quando bisogna arrivare in quota; pertanto da ora in poi nessuna difficoltà verrà annoverata nel racconto.
Un consiglio che possiamo dare se aveste necessità di azzerare completamente le difficoltà, è quella di partire da Andora ed effettuare l'anello al contrario.
Il selciato che incontriamo al bivio diventa subito un acciottolato molto ben curato dove sono stati anche apposti cartelli che vietano il tranisto alle moto da trial!
In una ventina di minuti si apre alla vista davanti a noi la collinetta sormontata da due edifici ben distinguibili: il castello di Andora e la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, che ben presto raggiungiamo.
Il castello, o meglio ciò che ne resta, venne eretto nel 1170 su un colle denominato Paraxu e fu sede del primo insediamento abitativo andorese. Dell'antico complesso duecentesco rimangono soltanto i ruderi delle mura e delle torri difensive tra la vegetazione. Secondo fonti storiche è proprio in quest'area che nell'alto medioevo si rifugiarono e insediarono i primi abitanti di Andora e la sua importanza accrebbe notevolmente tanto da divenire nel XII secolo residenza dei marchesi di Clavesana. Nel 1252 passò di proprietà alla Repubblica di Genova che, dopo l'acquisto, trasformò e ampliò l'edificio che divenne dimora del locale podestà genovese.
Come abbiamo già visto nella sezione "Cenni Storici" di questo volume, causa l'impaludamento della foce del torrente Mèrula e del Paraxu, la zona subì un spopolamento (XV e XVI secolo) che portò gli abitanti alla migrazione nella vicina Laigueglia, che da quel tempo iniziò a divenire sempre più importante sino ad ottenere l'indipendenza.
Accanto ai ruderi del castello vi è una chiesa risalente alla seconda metà del XIII secolo, intitolata ai Santi Giacomo e Filippo, in perfetto stato di conservazione.
Antonio ci racconta che proprio qui, in estate, vengono organizzati concerti di musica classica con un'ampia utenza.
Curioso e anche scontato è il fatto che per la sua costruzione, insieme a quella della torre attigua, fu utilizzata la pietra di Capo Mele L'edificio, che per quel tempo era già imponente, subì nel corso del XIV secolo un ingrandimento e una rivisitazione della struttura che lo portarono ad assumere l'attuale aspetto romanico-gotico.
Essendo chiuso, almeno oggi lo è, ci accontentiamo di osservarne l'interno dal buco della serratura che. viste le dimensioni, pensiamo possa avere una chiave dalle fattezze davvero colossali!
Prestate attenzione alla porta-torre con la tipica merlatura in stile ghibellino, se non ci fate troppo caso, rischiate di perdervi la rimanenza di un antico affresco molto ben conservato.
Giunti a questo punto ci stacchiamo un momento dal percorso pianificato ed effettuiamo un piccolo anelletto attorno alla pianta circolare della Borgata Castello dove ci troviamo per aggiungere altri elementi che più caratterizzano l'itinerario, e più precisamente:
- a circa 50 metri dall'ingresso est del castello troviamo, lungo il sentiero acciottolato, una bellissima fontana risalente al XIII o XIV secolo, facente parte di un sistema ben più ampio di luoghi di sosta e ristoro posti lungo strade di importante comunicazione.
Strutture analoghe si trovano anche a Tovo Faraldi e a Diano San Pietro; quest'ultima, ovvero la Fontana del Melo, l'abbiamo incrociata e raccontata in una precedente escursione descritta nel numero "Due Zaini e Un Camallo - Preponentemente Liguria". - poco più in basso a livello longitudinale troviamo un curioso itinerario che si sviluppa sino ai piedi della borgata, ovvero il "Percorso delle Pietre di Luna". Un breve ma intenso itinerario dedicato alla poesia nel mondo.
I testi, celebri e non, sono scolpiti su pietre di ardesia e incastonati lungo il muro che accompagna l'antico sentiero poetico.
Camminiamo ormai da un'ora e 20 minuti e siamo giunti al giro di boa.
Attraversiamo il portale delle torre e prendiamo, in via opposta, un tratto di strada asfaltata che congiunge il colletto con Via Al Castello; ai margini dell'intersezione voltiamo a sinistra e ignoriamo il cartello indicante Colla Micheri (è solo asfalto) e ci inoltriamo nel boschetto sito proprio davanti a noi. Non cercate segnaletica, non c'è. Fate riferimento solo al varco aperto tra le fronte, battuto e semplice da individuare.
Saliamo per qualche metro e torniamo in piano.
La strada bianca si apre a dismisura e serpeggia verso sud - sud/est.
Prima di rimetterci sulla strada per raggiungere Colla Micheri passando per via San Lazzaro prima e giungendo a Laigueglia poi, ci si palesa davanti l'oratorio campestre dei Santi Cosma e Damiano. Sul muro laterale vi è una lapide marmorea che indica la data di costruzione (1460) e il nome del suo benefattore Antonio Achino Faber.
Attualmente versa in un degrado totale con addirittura il tetto crollato. Passata la chiesa usciamo dal bosco e il sentiero diventa via via mulattiera fino ad assumere, tramite un recente rimaneggiamento, le sembianze di una rampa realizzata con moderni autobloccanti. A parer nostro poco c'entra con quel che era la via originale. A passo deciso arriviamo così nel già menzionato borgo di Colla Micheri che, per via delle tempistiche, ci lasciamo velocemente alle spalle seguendo le indicazioni per raggiungere il punto panoramico "Mulino" sul versante di Capo Mele.
Uscendo sull'altura del Capo ci imbattiamo nei resti suggestivi di un antico mulino dove il panorama (vedi foto sopra) è indescrivibile. Antonio ci menziona che la zona marina che vediamo sotto di noi fa parte di un Sito di Importanza Comunitaria – SIC – per la conservazione degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna selvatica. Designato anche come Zona Speciale di Conservazione della Regione Liguria - ZSC - in questo punto, a pochi metri dal pelo dell’acqua, crescono delle vere e proprie piante acquatiche, dalle caratteristiche simili alle piante terrestri, con radici, fusto e foglie lunghe fino ad un metro.
Stiamo parlando della Posidonia Oceanica che fiorisce in autunno e in primavera produce frutti galleggianti chiamati “olive di mare” e forma delle vere e proprie praterie sottomarine che hanno una notevole importanza naturalistica: i posidonieti, infatti, producono ossigeno, stabilizzano il fondale e proteggono dall’erosione.
Le lunghe foglie della Posidonia proteggono numerose specie marine tra cui il più grande mollusco mediterraneo Pinna Nobilis, una specie rara e protetta che può vivere più di 20 anni. Altri animali tipici delle praterie sono le salpe (pesci erbivori), i polpi, le seppie e molti altri vertebrati e invertebrati che rendono le praterie di Posidonia un vero e proprio paradiso marino.
Chiusa questa parentesi sul regno sottomarino che prolifica indisturbato sotto al nostro naso, procediamo in leggera discesa a fine sterrato sino ad incontrare la strada comunale "Delle Catene" dove numerosi villini prestigiosi hanno, negli anni, riqualificato la zona renendola di pregevole destinazione residenziale. Quasi impercettibile alla vista, dopo quasi 150 metri di cammino, alla nostra sinistra, mediante una scala metallica, prendiamo il "sentiero del semaforo" aperto di recente che si snoda lungo tutta la parte scoscesa di Capo Mele portandoci sino alla sommità del Camping omonimo. Raggiunto il lungomare torniamo a prendere l'auto.

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This route is a beautiful variant of a ring already covered in part to which a truly unmissable historical gem has been added.
We would have missed it if it hadn't been for the hand of Antonio Rapa, who has now become a friend of Due Zaini e Un Camallo. When planning the act on paper at his Pacan Restaurant, he told us: 'there's no point wasting time with words, tomorrow I'll take you'! And so he did!
We set off early in the morning and, passing by the entrance to Via del Poggio beside the church, bypassing the Bear Park to reach the 'Mulini' locality, this time we do not continue directly and expeditiously towards Colla Micheri, but take a path on our right that winds through the innermost and most exposed northern part of Monte Marchiano (170m).
What we are now going to walk along is partially part of the Medieval Path circuit, which largely traces the ancient medieval road network connecting the Andora valley and the neighbouring valleys, exploring some places of great historical interest.
The itinerary develops, as I think you will have already understood if you have ventured at least once to walk in these areas, its maximum height difference in the first half-hour, when you have to get to altitude; therefore, from now on, no difficulty will be counted in the story.
One piece of advice we can give if you need to completely zero the difficulties, is to start from Andora and walk the loop in reverse.
The pavement that we encounter at the fork immediately becomes a very well maintained cobbled road where signs have also been put up forbidding trial bikes!
In about twenty minutes, the hillock topped by two clearly distinguishable buildings opens up before us: the castle of Andora and the church of Saints Philip and James, which we soon reach.
The castle, or rather what remains of it, was erected in 1170 on a hill called Paraxu and was the site of the first inhabited settlement in Andora. All that remains of the ancient 13th-century complex are the ruins of the walls and defensive towers amidst the vegetation. According to historical sources, it was in this area that the first inhabitants of Andora took refuge and settled in the early Middle Ages, and its importance grew considerably, so much so that in the 12th century it became the residence of the Marquises of Clavesana. In 1252 it passed into the hands of the Republic of Genoa, which, after its purchase, transformed and enlarged the building, which became the residence of the local Genoese podestà.
As we have already seen in the "Historical Notes" section of this volume, due to the swamping of the mouth of the Mèrula and Paraxu torrents, the area suffered depopulation (15th and 16th centuries) that led the inhabitants to migrate to nearby Laigueglia, which from that time onwards became increasingly important until it gained independence.
Next to the ruins of the castle is a church dating back to the second half of the 13th century, dedicated to Saints James and Philip, in perfect condition.
Antonio tells us that it is here that classical music concerts are organised in the summer with a large audience.
Curious and also obvious is the fact that for its construction, together with that of the adjacent tower, stone from Capo Mele was used The building, which was already imposing at the time, underwent an enlargement and a reworking of the structure during the 14th century, which led it to assume its current Romanesque-Gothic appearance.
Since it is closed, at least today it is, we content ourselves with observing the inside through the keyhole, which. given its size, we think may have a key of truly colossal proportions!
Pay attention to the tower-door with its typical Ghibelline-style battlements; if you don't pay too much attention, you risk missing the remains of a very well-preserved ancient fresco.
Having reached this point, we detach ourselves for a moment from the planned route and make a small loop around the circular layout of the Borgata Castello where we find ourselves in order to add other elements that most characterise the itinerary, namely
- about 50 metres from the east entrance of the castle we find, along the cobbled path, a beautiful fountain dating back to the 13th or 14th century, part of a much larger system of rest and refreshment places located along important communication roads.
Similar structures can also be found at Tovo Faraldi and Diano San Pietro; the latter, the Fontana del Melo, we encountered and recounted in a previous excursion described in the issue "Due Zaini e Un Camallo - Preponentemente Liguria". - A little further down the longitudinal level we find a curious itinerary that runs all the way to the foot of the hamlet, namely the 'Moonstone Route'. A short but intense itinerary dedicated to poetry in the world.
The texts, famous and not, are carved on slate stones and set along the wall that accompanies the ancient poetic path.
We have now been walking for an hour and 20 minutes and have reached the halfway point.
We cross the tower portal and take, in the opposite direction, a stretch of asphalt road that joins the collar with Via Al Castello; at the edge of the intersection we turn left and ignore the sign indicating Colla Micheri (it is only asphalt) and enter the grove located right in front of us. Do not look for signs, there are none. Just refer to the open gap between the foreheads, which is beaten and easy to spot.
We climb a few metres and return to the level.
The dirt road opens up and snakes its way south-south-east.
Before we get back on the road to reach Colla Micheri, first passing via San Lazzaro and then reaching Laigueglia, the country oratory of Saints Cosmas and Damian comes into view. On the side wall is a marble plaque indicating the date of construction (1460) and the name of its benefactor Antonio Achino Faber.
It is currently in total disrepair with even the roof collapsed. Past the church, we leave the forest and the path gradually becomes a mule track until it takes on the appearance of a ramp made of modern self-locking paving stones. In our opinion, this has little to do with what the original path was. At a brisk pace we thus arrive in the aforementioned hamlet of Colla Micheri, which we quickly leave behind, following the signs to reach the 'Mulino' viewpoint on the Capo Mele slope.
Coming out onto the Capo hill, we come across the evocative remains of an old mill where the view (see photo above) is indescribable. Antonio mentions that the marine area we see below us is part of a Site of Community Importance - SCI - for the conservation of natural and semi-natural habitats and wild flora and fauna. Also designated as a Special Area of Conservation of the Region of Liguria - SAC - in this spot, just a few metres from the surface of the water, real aquatic plants grow, with characteristics similar to terrestrial plants, with roots, stems and leaves up to a metre long.
We are talking about Posidonia oceanica, which blooms in autumn and in spring produces floating fruits called 'sea olives' and forms real underwater prairies that are of considerable naturalistic importance: posidonia beds produce oxygen, stabilise the seabed and protect against erosion.
The long leaves of the Posidonia protect numerous marine species including the largest Mediterranean mollusc Pinna Nobilis, a rare and protected species that can live more than 20 years. Other typical prairie animals include salps (herbivorous fish), octopuses, cuttlefish and many other vertebrates and invertebrates that make the Posidonia prairies a true marine paradise.
Having closed this parenthesis on the underwater kingdom that proliferates undisturbed under our noses, we proceed slightly downhill at the end of the dirt road until we come to the municipal road 'Delle Catene' where numerous prestigious villas have, over the years, redeveloped the area, making it a valuable residential destination. Almost imperceptible to the eye, after almost 150 metres of walking, on our left, by means of a metal staircase, we take the recently opened 'semaphore path' that winds along the steep part of Capo Mele, taking us to the top of the camping site of the same name. Having reached the seafront, we return to the car.

Route gallery

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