h 3:00
Travel time
9,50 Km
Path Length
360 mt
Difference in altitude
Siamo quest'oggi in Alta Val Bormida per percorrere un sentiero che dalla frazione di Mallare, Eremita, ci porterà verso la Colla di San Giacomo.
Non ci eravamo ancora spinti oltre l'orizzonte montuoso che, in territorio finalese, delimita la visuale dal mare verso l'entroterra se non quando, in un'edizione precedente, abbiamo raccontato del percorso per visitare le miniere d'argento sopra Rialto.
Partiamo di buona lena da un piazzale dove lasciamo l'auto, nei pressi di un Santuario Mariano che troviamo aperto e che ci apprestiamo a visitare.
L'edificio si presenta all'esterno molto curato, con un prato verde da far invidia ad un campo da calcio; intitolato a Santa Maria dell'Eremita o di Santa Maria della Rotonda, la particolarità che lo contraddistingue è, nonostante si trovi in territorio ligure, quella di far parte della diocesi di Mondovì, in provincia di Cuneo.
Alcune fonti storiche attribuiscono le fondamenta della chiesa all'epoca romana; nel VI secolo la struttura si presentava a forma circolare, di piccole e modeste dimensioni, probabilmente equiparabili ad un semplice tempio pagano.
Il rimaneggiamento del XIV secolo per elevarla a parrocchiale di Mallare - intitolata a San Nicola - avvenne in seguito alla riappacificazione dei comuni di Alba e Albenga che qui firmarono un trattato di riconciliazione e di pace.
Solo con l'edificazione dell'attuale parrocchia in centro paese si sostituì in modo definitivo l'originaria intitolazione a san Nicola con quella attuale.
L'attribuzione successiva dell'appellativo "Santuario" è riconducibile ad una tradizione popolare nella quale la Madonna apparve ad una pastorella sordomuta, che riacquistò voce e udito, nei pressi della vicina Rocca della Madonna (che visiteremo tra poco).
Terminata la visita, usciamo dalla cancellata principale e prendiamo la nostra destra, attraversando un piccolo ponte sul Rio Merlino, dove incrociamo la prima palina verticale lignea riportante la prima tappa del nostro percorso: La Rocca dell'Apparizione.
Un plauso sicuramente va all'Associazione Beni Storici e Naturali di Mallare per la perfetta manutenzione del sentiero che percorriamo.
Lungo il tragitto non segnaliamo nessuna difficoltà; un susseguirsi di saliscendi che si affrontano tra le fronde del castagneto occupante gran parte del bosco, per un totale dislivello positivo di circa 150 mt. Percorsi una serie di tornanti raggiungiamo la Rocca della Madonna (600 mt slm) dove è collocata una statuetta simbolo dell'apparizione sopracitata.
Tramite alcuni gradoni realizzati con pietre locali, sormontiamo la grotta, e ci dirigiamo su un pianoro dov'è collocata, per opera della sezione locale degli Alpini, un'imponente croce a dominare la vallata.
La vista da qui è stupenda, aperta su tre lati: dinnanzi a noi si può scorgere il Bricchetto dello Stantino, il Bric Scarrone, il Bric Somalunga ed il Monte Bracco. A Nord possiamo vedere il Bric delle Fontanette ed il Bric della Croce, mentre a Sud-Est, oltre la piana, il Bric Narocca e altre cime più lontane.
Un piccolo volo ricognitivo con il nostro drone e ci rimettiamo in marcia.
La croce è il punto di inizio verso il sentiero che ci guiderà verso la prossima meta, i Faggi di Benevento. Oltrepassiamo in cresta un bellissimo sentiero che si immerge nel poco verde rimasto in queste zone fino a raggiungere uno sbarramento in legno installato per salvaguardare lo sterrato dal passaggio di moto da trial.
Da qui tutto cambia.
Il gelicidio che ha interessato fortemente quest'area ha decisamente decimato la vegetazione di questi Bric e sembra di trovarci lungo un cantiere aperto. In lontananza scorgiamo anche un paio di daini in cerca di cibo. Lo stradone che percorriamo ora è molto ampio e segnato dalle orme dei pneumatici delle ruspe che lavorano per il pristino delle aree più colpite.
Il brullo ci accompagnerà per buona parte del percorso. Nel frattempo arriviamo ad uno spiazzo dove è posto un piccolo altarino con un effige raffigurante la Madonna, installata nel 2006.
In questo punto possiamo scorgere la traccia di un paio di sentieri dedicati al trail che si sviluppano lungo il costone meridionale sul quale ci troviamo. Ignorato un bivio successivo che ci condurrebbe alla località Cadotto, proseguiamo per la nostra strada raggiungendo presto la zona di Benevento, che darà il nome ai monumentali faggi che ivi si collocano.
Sulla via antecedente la faggeta troviamo alcuni resti di una cascina conosciuta in zona come Casa Benevento, attorniata da armoniose fasce contenute da muretti a secco, dove un tempo vi era un'ampia coltivazione di patate.
La sterrata prosegue e costeggia imponenti faggi, di cui uno ancora presente nell'albo degli alberi monumentali del territorio nazionale. Ultimo esemplare restante di altri 6 (che per volere del tempo [ndr] sono seccati) resta gelosamente iscritto nel patrimonio regionale che attualmente comprende 111 esemplari appartenenti alle specie più varie. Come il tour degli alberi monumentali che abbiamo descritto nella precedente edizione "Due Zaini e Un Camallo - Sciuscià e Sciorbì Non se Peu" su Bordighera, anche il Faggio Di Benevento è testimonianza dell’immenso patrimonio verde della Liguria, collocabile nell’ambito dei boschi e dei paesaggi rurali.
Questo imponente esemplare dal fusto colonnare e dalla tipica corteccia liscia di colore grigio-argenteo, ha un'altezza di circa 30 metri, per un diametro del fusto compreso tra i 492 ed i 760 centimetri.
Fagus era il nome dato alla pianta dai Romani, derivato dal greco "phagos", con riferimento ai semi eduli contenuti nei caratteristici frutti, ovvero le faggiole, che in queste zone venivano raccolte ed utilizzate come mangime per gli animali da fattoria.
Proseguendo oltre la zona di interesse naturalistico, ecco spuntare davanti a noi tre imponenti pale eoliche, sicuramente di utile installazione ma dal grandissimo impatto ambientale.
Siamo praticamente sul crinale del Bric Praboè (891 m slm) e quindi come non menzionare uno dei tanti trail per MTB che iniziano proprio qui, ovvero il Carbonera Trail, un toboga naturale definito "quasi irreale"; la sua traccia alterna tratti semplici a passaggi molto impegnativi rendendolo adatto a rider esperti.
Il nome attribuitogli non è casuale, proprio in questa zona erano allestite alcune aie carbonili dove veniva accatastata la legna proveniente dalla faggeta per ricavarne il carbone da portare a valle.
Guadati un paio di ruggi d'acqua provenienti da alcune piccole sorgenti ci ritroviamo presso uno slargo erboso conosciuto come Colla di San Giacomo; alcuni tavoli da picnic, una chiesetta con rifugio di fortuna sempre aperto, e una fresca sorgente d'acqua sono le peculiarità più suggestive di questo luogo.
Come si evince anche dalla foto sopra, la Colla di San Giacomo è un importantissimo crocevia di strade in grado di collegare la Val Bormida più remota alla Riviera, passando da Orco Feglino prima e Finale Ligure poi.
Un valico montano situato sullo spartiacque tra la valle Padana e il Mar Ligure, dove nascono alcuni rii come il Biterno, un affluente della Bormida di Mallare, e il torrente Aquila, il principale affluente del fiume Pora che incontreremo sovente nelle nostre trekkinate nell'entroterra finalese.
Un veloce salto storico-temporale ci porta obbligatoriamente a percorrere alcune vicende legate all'Alto Medioevo quando il territorio di Mallare era considerato un luogo strategico per gli scambi commerciali. Erano numerosi i viaggiatori ed i mercanti che transitavano con i loro bastimenti per barattare materie prime. Un via vai di forte importanza che obbligava tutta la comunità mallarese a rendere, per puro interesse economico, praticabile e sicura questa tratta di transito.
Anche al giorno d'oggi troviamo sentieri puliti e ben segnati, anche se il motivo è sicuramente correlato all'outdoor e non più al commercio; Mallare Outdoor Sport e Natura è una delle associazioni più attive in questo senso. Presente qui anche la segnaletica dell'Alta Via dei Monti Liguri di cui la Colla è una delle tante tappe.
Aggirandoci poi sul pianoro, notiamo due memoriali commemorativi riguardanti due diversi scontri avvenuti nel circondario di questo valico: il primo cippo è dedicato ai combattenti delle guerre napoleoniche mentre il secondo è un memoriale eretto in favore dei partigiani caduti nella Seconda Guerra Mondiale per mano delle truppe nazifasciste.
Per mezzo dello stradone carrabile a lato di uno dei due piloni commemorativi ci incamminiamo verso la via del ritorno, direzione Mallare ovviamente.
Il tragitto si presenta quasi tutto in discesa e, per mettere un po' di pepe ad una camminata che potrebbe diventare un pochino noiosa, ci addentriamo lungo una scorciatoia che si apre nel bosco a circa 600 metri dal prato iniziale, solcando in pieno il percorso del trail Little Dog. Essendo pensato appositamente per il transito delle MTB, vi sconsigliamo di seguire i nostri passi e vi invitiamo a proseguire diritti sulla via più marcata attraversando località Cadotto prima, e regione Costalunga poi, mantenendo sempre la sinistra idrografica del rio Biterno, ove lo stradone diventa asfaltato. Ad una biforcazione in località Eremita teniamo la sinistra addentrandoci nella zona abitativa del luogo, dove villette e piccole casette colorate danno un po' di vitalità alla location semideserta. Raggiungiamo di lì a poco l'auto.
Today we are in Alta Val Bormida to walk a path that leads from the hamlet of Mallare, Eremita, to the Colla di San Giacomo.
We had not yet ventured beyond the mountainous horizon that, in the Finale territory, delimits the view from the sea towards the hinterland until when, in a previous edition, we reported on the route to visit the silver mines above Rialto.
We set off at a good pace from a square where we leave the car, near a Marian Sanctuary that we find open and which we are about to visit.
The building looks very well cared for on the outside, with a green lawn to make a football field envious; dedicated to Santa Maria dell'Eremita or Santa Maria della Rotonda, its distinguishing feature is, despite being on Ligurian territory, that of being part of the Mondovì diocese, in the province of Cuneo.
Some historical sources attribute the foundations of the church to Roman times; in the 6th century, the structure was circular in shape, small and modest in size, probably comparable to a simple pagan temple.
The 14th-century remodelling to elevate it to the parish church of Mallare - dedicated to St Nicholas - took place following the reunification of the towns of Alba and Albenga, which signed a treaty of reconciliation and peace here.
It was only when the present parish was built in the centre of the village that the original dedication to St Nicholas was definitively replaced with the current one.
The later attribution of the name 'Sanctuary' can be traced back to a popular tradition in which the Madonna appeared to a deaf-mute shepherdess, who regained her voice and hearing, near the nearby Rocca della Madonna (which we will visit shortly).
Once we have finished our visit, we leave the main gate and take our right, crossing a small bridge over Rio Merlino, where we cross the first vertical wooden post indicating the first stage of our route: La Rocca dell'Apparizione.
Praise is certainly due to the Mallare Historical and Natural Heritage Association for the perfect maintenance of the path we follow.
There are no difficulties along the way; a succession of ups and downs that we face amidst the foliage of the chestnut grove that occupies a large part of the forest, for a total positive height difference of about 150 metres. After a series of hairpin bends, we reach the Rocca della Madonna (600 metres above sea level), where there is a small statue symbolising the above-mentioned apparition.
Through some steps made of local stones, we climb over the grotto, and head for a plateau where an imposing cross, built by the local section of the Alpini, is placed to dominate the valley.
The view from here is stupendous, open on three sides: in front of us we can see Bricchetto dello Stantino, Bric Scarrone, Bric Somalunga and Monte Bracco. To the north we can see Bric delle Fontanette and Bric della Croce, while to the south-east, beyond the plain, is Bric Narocca and other more distant peaks.
A short reconnaissance flight with our drone and we are on our way again.
The cross is the starting point towards the path that will lead us to our next destination, the Benevento Beeches. We cross the crest of a beautiful path that plunges into the little greenery left in these areas until we reach a wooden barrier installed to protect the dirt road from the passage of trial bikes.
From here everything changes.
The frost that has strongly affected this area has decisively decimated the vegetation of these Bric and we seem to be along an open building site. In the distance we also spot a couple of fallow deer in search of food. The road we are now walking along is very wide and marked by the tyre tracks of the bulldozers working to clear the worst-hit areas.
The barrenness will accompany us for much of the route. In the meantime, we arrive at a clearing where there is a small altar with an effigy of the Madonna, installed in 2006.
At this point we can make out the trace of a couple of trail paths that run along the southern ridge on which we are standing. Ignoring a later fork that would lead us to the Cadotto locality, we continue on our way, soon reaching the Benevento area, which gives its name to the monumental beech trees located there.
On the road before the beech forest we find some remains of a farmstead known in the area as Casa Benevento, surrounded by harmonious strips contained by drystone walls, where there was once a large potato crop.
The dirt road continues and skirts imposing beech trees, one of which is still on the list of monumental trees in the country. The last remaining specimen of six others (which have dried up due to the weather [ed.]) remains jealously enshrined in the regional heritage, which currently includes 111 specimens of the most varied species. Like the tour of monumental trees that we described in the previous edition 'Due Zaini e Un Camallo - Sciuscià e Sciorbì Non se Peu' on Bordighera, the Faggio Di Benevento beech also bears witness to Liguria's immense green heritage, which can be located in the sphere of woods and rural landscapes.
This imposing specimen with its columnar trunk and typical silvery-grey smooth bark is about 30 metres high and has a trunk diameter of between 492 and 760 centimetres.
Fagus was the name given to the plant by the Romans, derived from the Greek 'phagos', with reference to the edible seeds contained in the characteristic fruit, i.e. beechnuts, which in these areas were harvested and used as fodder for farm animals.
Continuing beyond the area of natural interest, three imposing wind turbines appear before us, certainly of useful installation but with a huge environmental impact.
We are practically on the ridge of the Bric Praboè (891 m asl) and so how could we not mention one of the many MTB trails that begin right here, namely the Carbonera Trail, a natural toboggan defined as "almost unreal"; its track alternates easy stretches with very challenging passages, making it suitable for expert riders.
The name given to it is not coincidental; it was in this very area that some charcoal kilns were set up, where wood from the beech forest was piled up to make charcoal to take to the valley.
After a couple of roars of water from some small springs, we find ourselves at a grassy widening known as the Colla di San Giacomo; some picnic tables, a small church with a makeshift shelter that is always open, and a cool spring of water are the most striking features of this place.
As can also be seen from the photo above, the Colla di San Giacomo is a very important crossroads of roads linking the more remote Val Bormida to the Riviera, passing first through Orco Feglino and then Finale Ligure.
A mountain pass situated on the watershed between the Po Valley and the Ligurian Sea, where several streams have their source, such as the Biterno, a tributary of the Bormida di Mallare, and the Aquila torrent, the main tributary of the Pora river, which we will often encounter in our trekkinate in the Finale Ligure hinterland.
A quick historical-temporal leap takes us obligatorily through some events linked to the early Middle Ages when the territory of Mallare was considered a strategic place for trade exchanges. Numerous travellers and merchants passed through with their ships to barter for raw materials. This was a very important traffic that obliged the entire community of Mallare to make this transit route practicable and safe for pure economic interest.
Even today we find clean and well-marked paths, although the reason is certainly related to the outdoors and no longer to trade; Mallare Outdoor Sport and Nature is one of the most active associations in this respect. Also present here are the signs of the Alta Via dei Monti Liguri, of which the Colla is one of the many stages.
Walking around the plateau, we notice two memorials commemorating two different battles that took place in the surroundings of this pass: the first memorial is dedicated to the combatants of the Napoleonic wars, while the second is a memorial erected in favour of the partisans who fell in World War II at the hands of Nazi-Fascist troops.
By way of the driveway beside one of the two memorial pillars, we set off on our return journey, towards Mallare of course.
The route is almost all downhill and, to add some spice to a walk that could become a little boring, we enter along a shortcut that opens up in the woods about 600 metres from the initial meadow, ploughing right through the Little Dog trail. Since it is designed specifically for MTBs, we advise against following our steps and invite you to continue straight ahead on the more marked route, crossing first the Cadotto locality and then the Costalunga region, always keeping to the hydrographical left of the Biterno stream, where the road becomes asphalted. At a fork in the road in the locality of Eremita, we keep to the left and enter the residential area of the place, where small villas and colourful cottages give some vitality to the semi-deserted location.